La terza edizione della Congresso mondiale sulla ricerca nelle arti performative (CMIAE)Organizzato dal Delegazione spagnola dell'Istituto Internazionale del Teatro, Organizzazione Mondiale per le Arti Performative ITI/UNESCO, il Cattedra Iberoamericana di Danza UNESCO “Alicia Alonso” del Istituto di danza dell'Università Alicia Alonso, allegato al Universidad Rey Juan Carlos, E Comitato Internazionale della Danza ITI/UNESCO, in collaborazione con il Fondazione di danza Alicia Alonso, il UNITWIN Rete universitaria UNESCO e Rete delle università d'arte RUA, si è sviluppata con successo, consolidandosi come forum globale per la riflessione, l'innovazione accademica e la creazione artistica d'avanguardia.
In un mondo che si trova ad affrontare sfide urgenti come la cambiamento climatico, sostenibilità, rafforzamento della culture democratiche, il benessere dei cittadini e la ricerca di giustizia sociale, questo Congresso ha dimostrato che il Arti dello spettacolo rimangono un motore essenziale di coesione sociale, sviluppo personale e pensiero critico.
El III Congresso Mondiale sulla Ricerca nelle Arti Performative, tenutosi il 12 e 13 giugno 2025 in modalità virtuale, ha consolidato un formato aperto, inclusivo e altamente partecipativo per accademici, ricercatori, creatori e professionisti dal mondo delle arti performative. Secondo il sito web ufficiale, la conferenza ha offerto un accesso virtuale sia in diretta che preregistrato, consentendo presentazioni, partecipazione a chat e condivisione di documentazione di supporto, favorendo lo scambio di esperienze, i contatti personali e la riflessione critica.
Ciascuno dei simposi tematici si è concentrato su questioni di grande attualità:
Arti performative e società
È stato esplorato il ruolo del teatro, della danza e della performance nella loro interazione con i movimenti sociali, le politiche della memoria, la giustizia sociale e l'attivismo culturale. La discussione si è concentrata su come queste performance possano trasformare l'immaginario collettivo e promuovere nuove forme di cittadinanza.
Esplorazioni pedagogiche e performative in ambienti tecnologici
Gli specialisti hanno discusso dell'integrazione degli strumenti digitali nell'insegnamento delle arti performative, della creazione di piattaforme ibride (in presenza e online) e dell'impatto della tecnologia sui metodi di apprendimento e sulla sperimentazione performativa.
Conservazione del patrimonio delle arti performative
Sono state discusse strategie per documentare, preservare e rivitalizzare repertori teatrali, strutture storiche e memorie artistiche, facendo dialogare il patrimonio vivente con le produzioni contemporanee. .
Esecuzione di terapie e sviluppo personale
Riflessioni sulla musicoterapia, la danza terapeutica e l'impatto delle arti performative sul benessere, la salute mentale, la formazione degli insegnanti e la resilienza individuale.
Questi assi tematici erano direttamente collegati ai contenuti delle presentazioni ufficiali, alimentando dibattiti di grande attualità per i contesti contemporanei colpiti dalla pandemia, dalla crisi climatica, dai movimenti sociali e dall'emergere di nuove narrazioni digitali.
La disponibilità della piattaforma EGREGIUS-Congress ha permesso al pubblico di interagire tramite chat, porre domande e dibattere con i relatori accreditati nelle rispettive sezioni tematiche in modo asincrono, consentendo una maggiore interazione tra i partecipanti.
Questa modalità ha dato origine a:
Dialoghi immediati su come le arti performative intervengono in risposta alle crisi sociali.
Dibattito sulla responsabilità etica nella creazione e nell'insegnamento di fronte alle sfide globali.
Confronto critico tra pratiche tradizionali e nuove forme tecnologiche emergenti.
Questo dinamismo è collegato direttamente alle presentazioni di Giulia Antivilo e Ileana Diéguez, che erano direttamente collegati agli assi tematici dei simposi:
Gli approcci comunitari e femministi di Antivilo erano in dialogo con "Performing Arts and Society" e con la dimensione terapeutica ed educativa del recente simposio.
La ricerca di Diéguez sul corpo e sulla memoria era in piena sintonia con "Scenic Heritage" e con le esplorazioni pedagogiche tra corpo e tecnica contemporanea.
Questi simposi e presentazioni hanno risposto in modo appropriato alle sfide attuali:
Di fronte alla perdita di spazi dedicati alle arti performative e alla minaccia al patrimonio culturale, la conferenza ha fornito idee pratiche per il restauro, la digitalizzazione e il miglioramento della comunità.
Nel contesto della digitalizzazione accelerata, sono stati discussi modelli ibridi che consentono un'istruzione sulla performance più inclusiva e accessibile.
Da una prospettiva terapeutica ed educativa, è stata sottolineata la dimensione trasformativa del palcoscenico come strumento per rafforzare la salute mentale, promuovere l'empatia e rafforzare le comunità.
La ricchezza del CMIAE 2025 risiede nell’offrire molto più di una riflessione teorica: ha generato impulsi concreti, iniziative collettive e protocolli d'azione che servono da guida per chi ricerca e sviluppa progetti nel campo delle arti performative.
Uno dei momenti più significativi di questa terza edizione del Congresso mondiale sulla ricerca nelle arti performative Si è trattato, senza dubbio, della partecipazione di due voci essenziali per la ricerca-creazione contemporanea: Giulia Antivilo e Ileana Diéguez.
Giulia Antivilo È una rinomata artista visiva, regista, ricercatrice e attivista femminista cileno-messicana. Con una vasta esperienza in progetti interdisciplinari che intersecano arte, politica e genere, Antivilo è nota in tutta l'America Latina per il suo lavoro pionieristico sulle pratiche performative e sul loro potenziale nell'articolare narrazioni di resistenza da prospettive decoloniali e transfemministe.
La sua presentazione al CMIAE ha affrontato Nuovi paradigmi di creazione scenica ancorati ai processi di partecipazione comunitaria e alla visibilità dei gruppi storicamente emarginatiAntivilo ha sottolineato l'importanza del palcoscenico come spazio per articolare memorie subalterne, promuovere dialoghi intersezionali e attivare la creazione artistica come mezzo di trasformazione sociale. Il suo intervento non solo ha aggiornato i dibattiti accademici, ma ha anche offerto strumenti pratici a chi ricerca e produce arte impegnandosi per la giustizia sociale.
D'altro canto, Ileana DiéguezDiéguez è una delle teoriche e critiche delle arti performative più influenti dell'America Latina. Docente, saggista e autrice di opere fondamentali sulla teatralità liminale, la performance e gli studi sul corpo, è una voce chiave nell'analisi della scena latinoamericana contemporanea dal punto di vista della memoria, della biopolitica e della poetica del lutto.
Nella sua presentazione al Congresso, Diéguez ha elaborato Le convergenze tra danza contemporanea, memoria corporea e narrazioni biografiche come strumenti per ricostruire identità frammentateAttraverso casi di studio e riflessioni metodologiche, ha mostrato come la coreografia possa essere intesa come una forma di ricerca incarnata, capace di ridefinire storie personali e collettive attraverso l'esperienza sensibile e la performatività del corpo.
La partecipazione di entrambi i relatori non solo ha offerto approfondimenti teorici ed esempi di alto valore accademico, ma ha anche proiettato il Congresso come una piattaforma per approcci radicalmente innovativi alla riconsiderazione della pratica performativa da prospettive critiche, femministe e decoloniali. I loro interventi hanno toccato i temi principali del CMIAE – società, pedagogia, patrimonio e benessere – dimostrando che la ricerca-creazione è oggi un campo indispensabile per reimmaginare le arti performative come forza trainante per il dialogo, l'inclusione e la resistenza culturale.
La presenza di Antivilo e Diéguez riafferma la vocazione internazionale e l'eccellenza del Congresso, consolidandolo come piattaforma di riferimento per la circolazione di idee trasformative e la formazione di nuove generazioni di artisti-ricercatori impegnati nelle sfide contemporanee.
Il CMIAE si è caratterizzato per il suo fermo impegno verso la qualità scientifica: tutte le proposte di comunicazione sono state sottoposte a revisione tra pari, garantendo elevati standard di rigore e pertinenza.
Gli elaborati difesi al Congresso, e che rispettano i requisiti formali, saranno pubblicati come capitolo del libro in monografie curate da Dykinson o Egregio —entrambi editori prestigiosi inclusi nell'indice SPI rispettivamente al 3° e al 76° posto— a seguito della Metodologia del modello di impatto accademico EgregiusFacoltativamente, gli autori possono scegliere di pubblicare il loro lavoro in Tirant lo Blanch, il principale editore di scienze sociali e giuridiche, che occupa la prima posizione nell'indice SPI.
Questo schema editoriale rafforza l' diffusione internazionale dei risultati e fornisce un importante valore curriculare per i ricercatori e gli insegnanti partecipanti.
Per le istituzioni organizzatrici, questo Congresso, in particolare quello dell'Istituto Universitario di Danza Alicia Alonso, riafferma la convinzione che accademia, arte e scienza devono lavorare mano nella mano per rispondere alle sfide del nostro tempo. Il successo di questa terza edizione posiziona il CMIAE come un faro di innovazione accademica, creazione artistica e resistenza culturale, contribuendo in modo decisivo al rafforzamento delle reti internazionali e proiettando le arti performative come strumento di trasformazione sociale.